9 maggio 2021
Masada è uno sperone di roccia che si leva nel deserto, poco distante dal Mar Morto. Le pareti scoscese proteggono un’ampia spianata: l’insieme si presta così bene ad essere fortificato che già i Maccabei ci insediarono una guarnigione. Erode il Grande lo trasformò in una fortezza dotata di confort e di risorse idriche e alimentari capaci di assicurare quanto necessario a resistere a un lungo assedio. Alla caduta di Gerusalemme, nel 70 d.C., un migliaio di ribelli vi si asserragliarono per condurre un’ultima resistenza contro i romani. Nel 74 il governatore della Giudea, Flavio Silva, raggiunse la località e con un’operazione d’assedio esemplare, durata poche settimane, raggiunse le mura esterne si preparava a sferrare l’attacco finale quando gli assediati decisero di effettuare un suicidio collettivo. Solo alcune donne sfuggirono alla strage, della quale restano così poche tracce archeologiche da far dubitare che sia mai avvenuta. L’episodio, raccontato da Giuseppe Flavio ma privo di tracce celebrative di parte romana, ha fatto parte della costruzione ideologica fondativa di Israele. Le reclute dei reparti corazzati effettuavano lì il loro giuramento. Rocca racconta tutto ciò, e molto di più, nel suo libro che spazia dalla storia antica a quella contemporanea per raccontare di un luogo che, grazie anche alla teleferica costruita nel 1970, è oggi un’importante meta turistica.