Danteide (Bompiani) di Piero Trellini celebra il centenario dantesco, cinque secoli dalla morte, con un volume il cui aspetto massiccio è largamente compensato da una generale levitas nella scrittura, ma soprattutto nell’approccio. L’autore si ingegna infatti di seguire una tecnica rigorosamente strutturalista e questo gli consente di offrire al lettore un punto di vista per lo meno insolito sulla vita di Dante e sulla scrittura della Commedia. Trellini parte dal dato concreto, fisico, da quello che rimane del sommo poeta, dai suoi resti, sepolti a Ravenna e lì sottoposti a due ispezioni nel corso dell’Ottocento, il cui svolgimento viene riferito con abbondanza di particolari. Il racconto si sviluppa poi alla ricerca degli eventi e delle persone che hanno condizionato la vita di Dante o hanno suscitato le emozioni poi trasferite nella Commedia, come esplicitato in ogni fine capitolo. La chiusa infine è dedicata ai dati numerici e formali dell’opera, dal sistema di costruzione delle terzine al ritmo delle rime e persino alla brevità delle parole impiegate, che dà alla scrittura un ritmo incalzante.