Amnesty International nel rapporto dal titolo “Fare scorta: come abbiamo armato lo Stato islamico”, denuncia come decenni di forniture mal regolamentate di armi all’Iraq e gli scarsi controlli sul terreno abbiano messo a disposizione del gruppo armato che si è denominato “Stato islamico” un ampio e mortale arsenale, usato per compiere crimini di guerra e crimini contro l’umanità su scala massiccia nello stesso Iraq e in Siria. Basandosi sull’analisi, da parte di esperti, di migliaia di video e immagini di cui è stata verificata l’autenticità il rapporto spiega come il gruppo armato stia usando armi, in larga parte prelevate dai depositi militari iracheni, concepite e prodotte in almeno 25 paesi compresi Russia, Cina, Usa e alcuni stati dell’Unione europea. Ai microfoni di inBlu Radio il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
Servizio di Gabriele Arlati: