11 maggio 2019 – Si tratta della continuazione del fortunato Gesù, un pellegrinaggio da Nazaret alla Galilea, uno dei testi più accessibili e nello stesso tempo profondi e ben documentati relativi ai luoghi della Terra Santa nei quali si svolsero i fatti narrati dai vangeli. L’autore è un gesuita americano e dimostra una profonda conoscenza delle scritture accompagnata da un notevole distacco dall’esperienza spirituale del vecchio continente. James Martin vive in una società nella quale i cattolici rappresentano una minoranza, perciò temi come la transustanziazione o la stessa resurrezione vengono affrontati in maniera piana e chiara, senza dare niente per scontato. L’autore ci riesce in maniera esemplare, utilizzando spesso una tecnica propria della tradizione gesuitica consistente nel calarsi in ogni occasione nel vissuto dei luoghi nei quali si trova e degli accadimenti che in essi si svolsero. Esemplare la riflessione relativa alla resurrezione “Qualcosa di incontrovertibile, di strabiliante, di innegabile, di visibile, di tangibile: questo era necessario per trasformare gli apostoli e i discepoli da pavidi in impavidi”.