Roma, 17 novembre 2015 – “Non vedremo in prima fila le istituzioni ma la gente della comunità ebraica: da chi si occupa dei poveri ai giovani, fino agli ex deportati. Sarà una visita vera”. Così il portavoce della Comunità ebraica di Roma, Fabio Perugia, in un’intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, ha anticipato alcuni particolari della visita di Papa Francesco alla Sinagoga di Roma prevista il 17 gennaio 2016.
“Sicuramente la visita del Papa – ha aggiunto Perugia – sarà con i membri e la gente della nostra comunità romana, non sarà una visita istituzionale e ingessata” ma “l’occasione per mostrare al Papa quali sono le diverse sfaccettature di una comunità con la quale il Vaticano convive da secoli nella stessa città”.
“E’ la terza visita – ha ricordato il portavoce – di un Papa alla Sinagoga maggiore di Roma, dopo quella del 1986 di Giovanni Paolo II e quella di Benedetto XVI 5 anni fa. E’ una visita importante perché nel percorso del dialogo nulla deve essere mai dato per scontato e non era scontato che ci potesse essere una nuova visita. Siamo sempre attenti al percorso comune e riteniamo ogni passo importante. La visita di Papa Francesco non segue un rituale ereditato dai suoi predecessori ma si rinnova di sentimento e si coprirà di nuovi significati”.
“La visita – ha concluso Perugia – sarà un vestito su misura secondo il pontificato di Francesco. Ecco perché il contatto con la gente e la pancia della nostra comunità. La visita dovrebbe durare circa un’ora e mezza: ci sarà un momento importante all’interno del tempio con i discorsi ufficiali e la possibilità di far partecipare a questo momento i grandi rabbini che vorranno accorrere al Tempio Maggiore per assistere alla cerimonia. Il rabbino capo nelle prossime settimane inviterà i rappresentanti dell’ebraismo che si relazionano con Roma e con l’altra parte del Tevere”.
Intervista di Rita Salerno: