Nella scorsa puntata abbiamo iniziato a parlare degli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti: soggetti che perseguono finalità di religione e di culto e che, in questo contesto, svolgono anche altre attività che tipicamente rientrano nell’ambito del Terzo settore. Con la riforma per loro cambiano alcune cose. Ad esempio, l’ente religioso che non sia qualificabile come ente di Terzo settore o impresa sociale non potrà accedere a tutta una serie di benefici fiscali. Abbiamo chiesto al professor Andrea Perrone, direttore del Centro Studi sugli Enti Ecclesiastici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, quali costi dovranno affrontare gli enti religiosi per rientrare nella disciplina di Terzo settore.