A soli 25 anni Giampiero Alloisio debutta con uno spettacolo di teatro-canzone firmato insieme a Gaber, Luporini e Guccini, E’ l’inizio di una collaborazione artistica e umana che durerà 14 anni, attraversando i difficili – per chi andava controcorrente – anni Ottanta e si chiuderà nel 1994. Il mio amico Giorgio Gaber, sottotitolo Tributo affettuoso a un uomo non superficiale (Utet, 2017) è un libro-racconto in prima persona che il cantautore e drammaturgo dedica a una delle più grandi figure della canzone italiana. La narrazione comincia nel quartiere di Oregina (parte alta di Genova) ai tempi in cui Don Gallo dava vita alla sua comunità dissidente, per attraversare le molte esperienze che hanno portato Alloisio a diventare un riferimento di primo piano in quell’area di confine fra canzone impegnata, umorismo, filosofia e avanguardia. Nell’intervista concessa a Paolo Prato, Giampiero approfondisce episodi esilaranti, altri sconcertanti e del tutto inediti di un rapporto per nulla impostato sul modello ‘maestro-allievo’ ma su di una strana e prolifica amicizia, come confermò lo stesso Gaber, a collaborazione conclusa, in un’intervista a Gad Lerner: «Come dice il mio amico Gian Piero Alloisio, non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me!».