Roma, 1 settembre 2015 – “Quello della Merkel è un altro passo importante. A maggio abbiamo convinto la Commissione europea che ha fatto delle proposte che parlano italiano. Oggi abbiamo la Germania dalla nostra parte. Certamente andiamo ancora con più determinazione” al vertice straordinario dell’Unione europea in programma il 14 settembre sull’emergenza migranti. Lo ha detto, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, ai microfoni di inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane.
“E’ da un anno e mezzo – ha aggiunto Gozi – che spieghiamo ai tedeschi e agli svedesi, che sono i due Paesi più esposti a livello di richiedenti Asilo, che il costo della non-Europa e dell’assenza di politiche comuni europee in materia di immigrazione e Asilo lo pagano più alto Italia, Germania e Svezia. Questa della Merkel ieri è un’evoluzione che per noi è una conferma non una novità. E’ il risultato del lavoro che il governo ha fatto in questi mesi”.
“Dobbiamo distinguere – ha proseguito il sottosegretario – due questioni, che capisco che il dibattito mediatico mescoli, ma sono diverse per chi deve governare. La prima è la questione dell’emergenza: noi difronte a chi scappa dai tagliatori di teste, dai nazisti islamici che stuprano le bambine e uccidono le famiglie e tagliano le teste ai cristiani non è che possiamo essere scioccati quando vediamo queste cose sui social network o in tv e poi essere infastiditi perché queste persone vengono a chiederci aiuto. La risposta d’emergenza deve essere più rapidamente attuata sia per l’identificazione, sia per la ripartizione dei richiedenti Asilo”.
“Poi – ha concluso Gozi – c’è la questione dell’emigrazione economica. Possiamo dividerci sulla politica ma non possiamo farlo sulla demografia che dice che l’Europa è un continente che invecchia e che dovrà fare i conti con la migrazione. Oggi 28 politiche nazionali diverse ma tutte ugualmente inefficaci ci mettono nella condizione passiva di subire i flussi migratori. Dobbiamo costruire delle politiche europee per cominciare a governare e programmare la questione immigrazione. Questa è la risposta strutturale che dovrà durare negli anni”.