E’ il prezzo di un percorso dove sai che dall’altra parte c’è chi è disturbato da questo impegno: così don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, risponde ad Alessandra Giacomucci in merito alle scritte apparse stamani sui muri dell’arcivescovado di Locri che lo chiamavano in causa direttamente: “più lavoro meno sbirri” e “don Ciotti sbirro”. Alla vigilia della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, istituzionalizzata da quest’anno dal Palamento, don Luigi Ciotti riflette sul senso di questa provocazione e conferma l’importanza del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, scelta fatta anche dalla diocesi di Locri Gerace che quest’anno ospita le manifestazioni.
Alessandra Giacomucci