Chiuso in casa a scrivere nuove opere, perché tutti i principali teatri lirici volevano avere in cartellone il suo nome. Questa la vita di Giuseppe Verdi negli anni Quaranta dell’Ottocento. Dopo il successo di Ernani il compositore sceglie ancora la Fenice di Venezia: per il teatro lagunare Verdi nel 1946 scrive Attila. Un melodramma ispirato a una tragedia di Zacharias Werner, ma che ancora una volta porta in scena la storia. Quella del re degli Unni in campo per la conquista dell’Italia, ma lacerato anche dall’amore per Odabella, una vergine guerriera a cui il guerriero uccise il padre. Strategie politiche, quelle che Attila mette in atto con il generale romano Ezio, ma anche storie di fantasmi, quelli che appaiono in sogno al re e che poi si concretizzano nella figura di Papa Leone X che impone al barbaro di arrestare la sua avanzata. Il tutto raccontato in musica come ci spiega Pierachille Dolfini questa settimana nella sua rubrica Un’opera in tre minuti.