Roma, 15 settembre 2016 – “Eravamo presenti, abbiamo visto un dirigente della Gls che incitava un camionista a sfondare un picchetto. Abbiamo rivisto scene che non volevamo più vedere. Questo uomo di 53 anni lascia 5 figli, ci è morto davanti agli occhi”. Lo ha detto Riccardo Germani, dirigente nazionale del sindacato USB, in un’intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, commentando la morte di un operaio travolto e ucciso da un tir durante un picchetto davanti all’azienda di logistica Seam, ditta in appalto della Gls, nel Piacentino.
“Il collega – ha aggiunto Germani – stava lottando per avere i diritti dei suoi colleghi precari affinché venissero assunti a tempo indeterminato in base ad un accordo già sottoscritto dalla Gls che ha invece disdetto durante la notte. A quel punto siamo usciti per un picchetto e per bloccare l’entrata dei camion. Siamo tornati con le lancette indietro quando si lottava per i diritti e si moriva. Per i padroni la vita degli operai non vale più nulla. E questo è gravissimo”.
“C’è tanta rabbia – ha aggiunto il sindacalista Usb – ma agiremo con la testa. Nelle prossime ore diremo quali mobilitazioni faremo. Vogliamo portare il governo a fare delle leggi anche per i lavoratori e non solo per chi sfrutta la manodopera”.
“Al collega deceduto – ha aggiunto il sindacalista Usb – faremo un funerale dignitoso e chi ha commesso questo errore dovrà pagare perché non è possibile che in un Paese come il nostro un padrone faccia lanciare un camion contro i lavoratori che chiedevano solo i propri diritti”.