La figura di Cristo e le immagini del cristianesimo, sin dai primi album, hanno colpito la creatività di Bruce Springsteen: nel 2005 all’interno dell’album Devils & Dust, il Boss regala al suo pubblico una delle più belle canzoni, ad un tempo esplicita e misteriosa, che canta la solitudine del Figlio dell’Uomo. Jesus was an only son è un “dittico”, una pala d’altare in due strofe che racchiudono il forse il mistero più grande, l’amore di un Dio che si incarna per morire per amore. Difficile mettere qualcosa a fianco ad uno Springsteen così ispirato.. ed ecco una canzone semplice nel testo e negli accordi, quella degli scozzesi Mogwai, What are they doing in heaven today? che tocca un altro dei grandi interrogativi dell’esistenza umana, il nostro destino ultimo. Ogni opera d’arte è sempre una domanda, o no?
Hungry hearts, a cura di Andrea Monda scrittore e insegnante di religione, mutuando il suo titolo dal famosissimo brano di Bruce Springsteen che indaga non a caso sui “Cuori affamati”, racconta la dimensione spirituale della musica rock e non solo.