Intervista di Chiara Placenti:
L’ex presidente del Parco dei Nebrodi parla a inBlu2000: “Chi vuole benefici dallo Stato non basta la semplice dissociazione ma deve dimostrare di collaborare. L’Europa deve capire la tipologia delle mafie italiane”
“Sono felice che il governo abbia compiuto questo passo. Lo chiedevo da due anni”. Lo ha detto l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, in un’intervista a inBlu2000, la radio nazionale DAB della Conferenza episcopale italiana, commentando la decisione del governo Meloni di confermare l’ergastolo ostativo.
“Ho una chiara idea – ha aggiunto Antoci – di questa vicenda: chi vuole benefici dallo Stato deve dimostrare allo Stato di meritarli, non basta la semplice dissociazione. Bisogna dimostrare di collaborare”.
“Non è il tema di essere giustizialisti o manettari – ha sottolineato Antoci – Qui ci sono i morti, qui c’è la memoria dei morti. Qui c’è un Paese che ha dato alla criminalità organizzata le vite, e tra un po’ in quell’elenco c’eravamo anche io e i poliziotti di quella notte. Noi non possiamo commemorare quei morti e nel contempo far dire solamente ad una persona che si dissocia”.
“A monte – ha concluso Antoci a inBlu2000 – c’è il tema dei temi: bisognava e bisogna far capire all’Europa la tipologia delle mafie e delle associazioni mafiose. Qui c’è il vincolo associativo; dal vincolo associativo si esce o morti o collaboratori questa è una tipicità delle mafie italiane e bisogna comprenderla”.