17 ottobre 2022
Sono le famiglie con figli a pagare il prezzo più alto alla crisi. E poi chi lavora con contratti meno garantiti e poi ancora le persone straniere. E’ quanto emerge dal rapporto della Caritas sulla povertà in Italia presentato oggi e a cui è dedicata la prima ampia pagina di Chiesa e comunità di lunedì 17 ottobre. “L’anello debole” è il titolo de report che segnala come siano quasi due milioni le famiglie povere, quindi oltre cinque milioni e mezzo di persone. Oltre duecentoventimila quelle supportate dalla rete dei 2800 punti di ascolto delle Caritas nelle diocesi. A raccontare ad Alessandra Giacomucci in studio la fotografia che emerge dalla lettura della situazione è Federica De Lauso, coordinatrice del rapporto. Un quadro complesso in una situazione resa più precaria dal caro energia legato alla guerra in Ucraina, guerra che conosce oggi un nuovo picco di violenza con 28 droni russi scagliati sulla capitale che hanno provocato almeno tre morti. Un contesto che attende la responsabilità di ciascuno, commenta il direttore nazionale di Caritas italiana don Marco Pagniello.
La povertà si sconfigge con il lavoro, dice il Papa ricevendo in udienza un gruppo di imprenditori spagnoli, ai quali ricorda l’importanza di una economia che abbia al centro la persona e di intraprendere percorsi per cui i diversi attori della produzione possano cooperare e non contrapporsi. In questa logica la richiesta in Sardegna della diocesi di Ales Terralba di un impegno comune, a partire dalle istituzioni, per permettere all’impianto di Portovesme di continuare a produrre per evitare il licenziamento dei dipendenti e la fine del lavoro legato all’indotto in un territorio fortemente provato dalla mancanza di occupazione, spiega il direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro don Marco Statzu.