Ascolta l’intervista di Alessandra Giacomucci:
Vescovo di Cassano all’Jonio e Vice Presidente CEI parla a radio InBlu2000: “Andiamo ad Odessa senza presunzione. La ‘non violenza’ diventi nostro codice culturale e spirituale”
Roma, 25 giugno 2022. “Il mio appello è che si ritorni a dialogare tra l’Ucraina e la Russia. Mi rivolgo anche alle altre nazioni che sono dietro: alla Cina, all’India, anche alla Nato, all’Europa, all’America. Per favore facciamo cessare i rumori delle armi e invece facciamo prevalere il rumore delle coscienze, il rumore della pace, il rumore della mitezza”. Lo ha detto Monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio e Vice Presidente della CEI, in un’intervista a InBlu2000, la radio della Conferenza episcopale italiana, alla vigilia della sua partenza con la “Carovana della pace” per Odessa, in Ucraina, per esprimere la vicinanza e la solidarietà delle Chiese che sono in Italia a quanti soffrono per il conflitto in corso.
“Siamo lì, con i nostri corpi, con le nostre vite, con tutti i nostri limiti – ha spiegato mons. Savino – senza alcuna presunzione, senza alcuna spocchia, ma vogliamo dire che la pace è possibile e come diceva in un famoso discorso del primo gennaio Paolo VI la pace dipende anche da te, da me, da noi, la pace ha un noi che si costruisce dal basso. E quindi questa Carovana della pace, questa missione della pace vuole soprattutto essere un ‘noi’ che diciamo che la non violenza, che la mitezza, che la pace sono strade possibili e sono le strade migliori per ricostruire un nuovo umanesimo che la guerra distrugge”.
“Si pensa che la corsa al riarmo – ha proseguito mons. Savino a InBlu2000 – investire sempre di più nel riarmo sia la soluzione. Io non posso mai dimenticare quell’immagine straordinaria dei ragazzi di Tienanmen quando di fronte ai carri armati misero fuori i fiori. Può sembrare una ingenuità, può sembrare un utopismo senza sostanza, ma io penso che noi dobbiamo dare più voce, più consistenza, direi dobbiamo dare più sostanza alla non violenza attiva e passiva. Cioè la non violenza deve diventare il nostro codice spirituale, il nostro codice culturale sapendo che oggi sembra perdente, ma domani è vincente”.