13 giugno 2022
All’indomani della preghiera dell’Angelus al termine della quale il Papa aveva chiesto scusa alle popolazioni della Repubblica democratica del Congo e del Sud Sudan per l’annullamento del suo viaggio apostolico a causa delle condizioni del ginocchio, Francesco è tornato a parlare del suo rammarico nell’udienza ai partecipanti al capitolo generale dei Missionari d’Africa, i così detti Padri Bianchi. “Purtroppo, con grande dispiacere, ho dovuto rinviare il viaggio in Congo e Sud Sudan. In effetti, alla mia età non è così semplice partire in missione! Ma le vostre preghiere e il vostro esempio mi danno coraggio, e sono fiducioso di poter visitare questi popoli, che porto nel cuore”: queste le sue parole che hanno aperto la puntata di Chiesa e comunità di lunedì 13 giugno e che hanno introdotto l’intervista a don Robert Kasereka, sacerdote congolese presidente dell’Opam, l’Opera per l’alfabetizzazione nel mondo. Nelle parole di don Robert, al microfono di Alessandra Giacomucci, le ferite che attraversano la vita della gente del Congo a causa dell’avidità delle Nazioni per le immense ricchezze minerarie della sua terra e i progetti dell’Opam nel Paese dove viene garantita l’istruzione ai bambini del Kivu come a quelli che a Kinshasa vivono in strada, promuovendone l’autonomia e la formazione.
Dall’Africa all’Ucraina: il Papa invita a tenere desta l’attenzione e la preghiera per la pace, mentre all’interno del mondo ortodosso russo si registra la decisone del Sinodo di allontanare l’attuale presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Hilarion, che diviene metropolita di Budapest e Ungheria. Mentre un folto gruppo di teologi tedeschi chiede al Consiglio ecumenico delle Chiese di allontanare la Chiesa ortodossa russa, richiesta respinta dalla presidenza. A ragionare di tutto questo è stato don Stefano Caprio, a lungo in Russia, docente al Pontificio istituto orientale e autore di Mondo Russo su Asianews.