Intervista di Chiara Placenti:
Il presidente di Libera parla a Radio InBlu2000: “C’è un abuso di parole come mafia e legalità. Auguro a tutti di ‘morire’ da pratiche rivelate inadatte a costruire un mondo che sognavamo”
Roma, 29 aprile 2022. “L’Antimafia è una parola da mettere in quarantena prolungata. Essere contro le mafie dovrebbe essere un fatto di coscienza e non una carta di identità che si tira fuori, si esibisce a seconda dei momenti”. Lo afferma il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, in un’intervista a InBlu2000, la radio della Cei, in occasione di ‘Extralibera’ l’edizione 2022, in programma oggi e domani a Roma, delle Giornate di ControMafieCorruzione lanciata dall’Associazione Libera.
“C’è un abuso di parole tra cui anche mafia e legalità – aggiunge don Ciotti – che sono diventate il cavallo di Troia del malaffare dietro il quale si nascondono tante persone. Dobbiamo sentire come cristiani l’importanza di una intransigenza etica di una dimensione spirituale ma anche impegno politico nel senso dell’impegno per il bene comune”.
“Auguro a tutti di ‘morire’ – sottolinea don Ciotti – c’è un morire che è necessario alla vita e al suo infinito rigenerarsi, C’è bisogno di un passaggio di morte, tra virgolette, da una serie di idee di pratiche che nell’arco degli ultimi anni si sono rivelate inadatte a costruire un mondo che sognavamo. Dobbiamo morire da una serie di modalità, linguaggi, tecnicismi che magari sono così accurati ma sono sterili. Di azioni che sono buone ma utili a perpetuare uno status quo. Ci vuole uno scatto più. Dobbiamo avere il coraggio di morire un pochino noi stessi, di lasciare alle spalle tante nostalgie, tanti rassicuranti dogmi, tante parole d’ordine”.
“Vedo crescere un’anoressia esistenziale”, prosegue don Ciotti ai microfoni di InBlu2000, “vedo crescere dei vuoti che vengono riempiti in forme e modalità diverse. Bisogna aiutare tante persone a ritrovare un senso un significato profondo alla propria vita”.
“Papa Francesco – conclude don Ciotti – ce lo ricorda: anche la Chiesa è una testimonianza di una presenza che deve essere sempre più forte e incisiva”.