29 marzo 2022
L’attesa oggi è per il negoziato tra Russia e Ucraina, colloqui che tornano oggi in Turchia a Istanbul, mentre nel Paese continuano i combattimenti e la fuga delle persone soprattutto dalle zone più interessate dal conflitto. E proprio all’accoglienza dei profughi guarda la prima pagina di Chiesa e comunità di martedì 29 marzo. Tra i Paesi confinanti con l’Ucraina che si sono mobilitati per dare riparto a chi scappa dalle bombe c’è anche la Romania dove Alessandra Giacomucci in studio raggiunge don Iosif Iacob direttore della Caritas di Iasi che racconta quanto accaduto in queste settimane di guerra e qual è la situazione oggi.
Una complessità, quella del conflitto in atto, che rischia di perdere profondità schiacciata su posizioni ideologiche che semplificano e allontanano la possibilità di costruire passi di riconciliazione a partire dalla differenza degli approcci. A ragionare su questo è padre Giuseppe Riggio, direttore di Aggiornamenti sociali, a partire dall’editoriale di aprile del mensile dei gesuiti e all’interno del Congresso su giustizia ed ecologia in corso in Spagna a Loyola che coinvolge le reti dei gesuiti impegnati nel sociale presenti in Europa.
Il contesto della pandemia, della transizione ecologia e della guerra è quello in cui si colloca anche il Messaggio dei vescovi italiani per il primo maggio, la festa dei lavoratori. Un testo vibrante che chiede di rimettere al centro la persona contro il dramma delle morti sul lavoro, che sollecita una assunzione di responsabilità di tutti perché al degrado del lavoro nero e senza diritti venga sostituita l’etica della cura. “Per questo – così si conclude il Messaggio – è necessario risvegliare le coscienze. Grazie a un’assunzione di responsabilità collettiva si può attuare quel cambiamento capace di riportare al centro del lavoro la persona, in ogni contesto produttivo”.