22 febbraio 2022
Sono ore drammatiche per la situazione al confine tra Ucraina e Russia dopo che ieri pomeriggio il presidente russo Putin ha non solo annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, ma ha poi ordinato l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo, così è stato detto dal Cremlino, di “assicurare la pace”. Nella notte il discoro alla nazione del presidente ucraino. L’Unione europea annuncia le prime sanzioni. “Le prossime ore e giorni saranno critici. Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi”, dice il sottosegretario agli affari politici dell’Onu, Rosemary Dicarlo, alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’Ucraina. A questo dedica la prima pagina Chiesa e comunità di martedì 22 febbraio. A raccontare ad Alessandra Giacomucci in studio le preoccupazioni e le speranze di chi in Ucraina si ostina a credere in un futuro di pace è don Moreno Cattelan, sacerdote orionino da molti anni nel Paese.
E’ dentro questo scenario così drammaticamente compromesso che prende il via da domani a Firenze “Mediterraneo, frontiera di pace 2”, promosso dalla Presidenza della Cei, occasione ulteriore di preghiera per la pace insieme a chi sente sempre più vicino il rischio di una guerra e insieme un passo per cercare percorsi possibili e comuni perché il Mediterraneo torni a essere luogo di relazioni fraterne. Nel piccolo viaggio tra le sponde del Mediterraneo proposto in questo spazio è la volta della Terra Santa. La prima domanda a monsignor Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini è come sente da uomo e da pastore questo innalzarsi della tensione nel confine est dell’Europa e come si può stare da credenti in questa tensione. E poi uno spaccato della realtà che vivono in cristiani in Egitto con Sami Creta, giovane del Movimento dei Focolari impegnato ad Alessandria con i gesuiti.