20 giugno 2021 – “Alabama” di Alessandro Barbero
Un lungo monologo, interrotto solo da qualche passaggio che colloca in un sud desolato degli anni della Seconda guerra mondiale la voce narrante di uno degli ultimi reduci della guerra civile americana. Quella che noi europei chiamiamo guerra di secessione. La donna che ascolta e prende appunti è interessata a un solo avvenimento, ma il racconto divaga, si disperde in decine di episodi minori, di aneddoti, di riflessioni minute che concorrono alla costruzione di un disegno compiuto: la descrizione di un mondo che la guerra ha cancellato. Un mondo destinato alla scomparsa a causa delle sue contraddizioni, prima fra tutte lo schiavismo, istituzione che contrasta in modo stridente con la pretesa libertaria e democratica dei sudisti. La negazione della piena umanità dei neri, la loro riduzione a esseri che vanno domati per costringerli al lavoro servile, privi di qualsiasi diritto, priva di consistenza ogni pretesa valoriale di una guerra difensiva, combattuta da volontari a protezione delle proprie case e della propria cultura, spesso legata a un’agricoltura capace appena di superare il livello della sussistenza. Uno scavo nel mistero della complessità umana.