24 maggio 2021
Dopo una lunga sequela di episodi di violenza e atti intimidatori, tra lettere minatorie, furti, incendi, bombe e perfino un tentato omicidio a colpi d’arma da fuoco, i coniugi Tiberio Bentivoglio e Vincenza Falsone, vittime della criminalità organizzata, chiedono aiuto allo Stato. I due, titolari della “Sanitaria S’Elia”, ubicata in un bene confiscato sul lungomare di Reggio Calabria, hanno ricevuto dal Comune di Reggio Calabria una lettera di messa in mora con intimazione a pagare gli affitti arretrati, tremila euro al mese per gli ultimi cinque anni. Soldi che non possiedono, a causa dei debiti contratti per far fronte ai danni causati dai numerosi attentati subiti e ai ritardi burocratici nell’ottenere i risarcimenti dovuti alle vittime della criminalità organizzata. In una lunga lettera, inviata al Comune e per conoscenza al Presidente della Repubblica, al procuratore nazionale antimafia, al prefetto di Reggio Calabria, al presidente della commissione parlamentare antimafia, al presidente facente funzione della Regione Calabria, all’Anci, a Libera e ad Avviso Pubblico, i coniugi ripercorrono la loro storia. La richiesta che Bentivoglio e Falsone rivolgono alle Istituzioni, in primis al Comune, è di rinegoziare il canone di locazione dell’immobile confiscato, rettificando anche la posizione debitoria contestata, che non terrebbe conto dei soldi spesi per ristrutturare l’immobile. Un canone accettato in condizioni di necessità, spiegano, circa 5 anni fa, all’indomani dell’incendio doloso che mandò in cenere tutta la merce custodita in un deposito. I coniugi chiedono anche di applicare la delibera del Consiglio comunale di Reggio Calabria, la n. 17 del 27 aprile 2012, che ha riconosciuto a favore degli imprenditori che denunciano l’esenzione dei tributi. Focus con Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia. Il programma, che approfondisce le notizie del giorno, apre con i desk dei principali quotidiani nazionali e locali: oggi la prima pagina del Sole 24 Ore, con Jean Marie del Bo, vicedirettore e la prima pagina del Mattino di Napoli, con Aldo Balestra, del desk centrale.