21 maggio 2021
Il primo collegamento de Il territorio parla, condotto da Federica Margaritora dal lunedì al venerdì alle 16.20, è con Luigi Perollo, direttore di Radio Spazio Noi, Palermo. Siamo alla vigilia dei 29 anni dalla strage di Capaci (23 maggio 1992), nella quale morirono il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Antonino Montinaro, Rocco Di Cillo, Vito Schifani. I ricordi di quel giorno in chi, come lo stesso Luigi Perollo, si recò come giornalista e operatore su quel tratto di autostrada sventrato dall’esplosione.
E l’impegno nato dopo quei drammi (il 19 luglio la strage di via D’Amelio) anche in molti dei familiari delle vittime. Le parole di Tina Montinaro, vedova del capo scorta Antonino Montinaro e Presidente Associazione “Quarto Savona Quindici”.
Il secondo collegamento è con Simona Mulazzani, Radio Icaro, Rimini.
Beni confiscati, documentario di 15 minuti realizzato dal gruppo antimafia Pio La Torre, nell’ambito di un progetto dell’osservatorio sulla criminalità organizzata della provincia di Rimini per mostrare i beni confiscati alle mafie in riviera. Le parole di Patrick Wild, fondatore Gruppo Pio La Torre. Non è semplice il riuso sociale dei beni confiscati. Le dichiarazioni di Stefania Pellegrini, docente dell’Università di Bologna, referente del Master Pio La Torre, che spiega perché in molti casi non si riesca a vedere l’utilizzo sociale dei beni confiscati o perché ci vogliano tanti anni perché accada. A Cattolica di recente un bene confiscato nel 2001 è stato dato al comune che all’interno realizzerà un progetto di housing sociale. C’è poi un progetto nazionale a cui ha aderito la camera di commercio della Romagna che permette di assegnare alle aziende in difficoltà i beni confiscati alla criminalità organizzata e che si basa su un accordo di cooperazione tra l’Unione Italiana delle Camere di commercio e Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). Lanciato negli ultimi giorni sta raccogliendo le domande di imprenditori interessati.
Il terzo collegamento è con Massimo Tallarini, Radiorizzonti InBlu- Saronno. Le mafie nel varesotto in tempo di Covid.
La mafia nel varesotto c’è, così afferma Angela Lischetti della associazione Libera contro le mafie del presidio di Varese. Nell’ultima relazione della DDA di Milano emergono dati non drammatici, ma preoccupanti sì, circa l’infiltrazione mafiosa nell’economia del Nord Italia e quindi del varesotto, specie dopo la crisi pandemica: cresce il riciclaggio di denaro, la creazione di occasione per appropriarsi illegalmente degli aiuti di Stato (casse integrazioni ad esempio). Le parole di Angela Lischetti, Libera Varese – settore scuola. E le dichiarazioni di Andrea Spiteri, Libera Varese – settore beni confiscati.