30 marzo 2021 . Avrebbero alterato i dati sulla pandemia, modificando il numero dei positivi, dei tamponi e dei decessi, inviati quotidianamente all’Istituto Superiore di Sanità, condizionando così i provvedimenti adottati per il contenimento e la diffusione del virus. L’inchiesta è partita da Trapani dove erano emerse delle irregolarità in un laboratorio di analisi e grazie all’intercettazioni si è arrivati alle accuse. “Spalmiamoli i morti…” diceva al telefono l’assessore alla Salute della regione Sicilia Ruggero Razza, con lo scopo di evitare la zona rossa. Lui è finito tra gli indagati e si è dimesso dall’incarico. In tutto sono sette sotto inchiesta, tre agli arresti domiciliari. Tra questi Maria Letizia De Liberti, la dirigente del Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico. Le accuse sono: falso materiale ed ideologico. Dall’indagine non risulta coinvolto il governatore della Sicilia Musumeci, il quale è rimasto sorpreso dall’inchiesta, e ricorda di aver chiesto, insieme all’assessore Razza, la zona rossa al governo centrale.