18 marzo 2021 – Il primo collegamento de Il territorio parla, condotto da Federica Margaritora dal lunedì al venerdì alle 16.20, è con Simona Mulazzani, di Radio Icaro, Rimini, per parlare della Giornata nazionale di ricordo delle vittime del Covid. Anche Rimini ricorda, sono state 895 le vittime nella provincia dall’inizio della pandemia. Tra le tante testimonianza di chi ha perso i suoi cari c’è quella di Mariuccia, la moglie di Maurizio Bertaccini un medico e anche diacono riminese morto per covid durante la prima ondata della pandemia. Dolore, frustrazione, disperazione, ma anche una grande fede che riconcilia. Le sue parole. In questo anno l’impegno dell’emittenza nazionale e locale è stato fondamentale per dare voce alle storie dei territori martoriati dal covid. E radio Icaro proprio oggi festeggia i suoi 40 anni.
Il secondo collegamento è con Fabio Gandini, di Radio Missione Francescana, Varese. La pandemia, tra i tanti settori che ha messo in crisi, sta colpendo duro il mondo dello sport. Qui a Varese c’è una gloriosissima società di basket, la Pallacanestro Varese, storicamente tra le più importanti in Italia e in Europa (10 scudetti, 5 coppe campioni, svariati altri trofei), che come tutte le altre squadre di tutti gli altri sport da ottobre sta giocando a porte chiuse. Ciò ha comportato nello specifico una perdita di più di 700 mila euro di introiti, mettendo seriamente in crisi il presente e il futuro di questa realtà. I tifosi, però, non stanno con le mani in mano: l’associazione che li rappresenta – Il Basket Siamo Noi – che tra l’altro promuove da anni l’azionariato popolare e possiede, comprendendo 600 membri, il 5% delle quote societarie – ha lanciato un’iniziativa che si chiama Sold Out di Passione. I supporter sono chiamati a comprare un “biglietto virtuale” per la prossima partita in calendario (28 marzo), aiutando così la società come se davvero potessero tornare a vedere l’evento dal vivo. Le parole del presidente dell’associazione, Umberto Argieri, che spiega bene le importanti motivazioni che stanno dietro il progetto, lanciato proprio oggi.
Il terzo collegamento è con Giuseppe Cuva, di Radio 3m Mistretta, per parlare del ‘maxiprocesso Nebrodi’. E’ iniziato il 2 marzo nell’aula bunker del carcere di Gazzi, a Messina, il ‘maxiprocesso Nebrodi’, scaturito dall’operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia che ha scoperchiato il sistema delle truffe all’Agea su cui ruotavano gli interessi dei clan mafiosi tortoriciani. In 97 alla sbarra in questo procedimento poderoso e storico. Tra i presenti, tra politici e associazioni, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Il blitz di carabinieri e Guardia di finanza è scattato a gennaio 2020 con 94 arresti, 48 in carcere e 46 ai domiciliari per, vario titolo associazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamento a seguito di incendio , uso di sigilli e strumenti contraffatti, falso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, truffa aggravata. Lo scorso dicembre, a conclusione dell’udienza preliminare in 97 sono stati rinviati a giudizio.
L’inchiesta ha scoperto che l’interesse principale era di ottenere contributi comunitari concessi dall’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. In particolare, gli investigatori hanno accertato, a partire dal 2013, la percezione di erogazioni pubbliche per oltre 10 milioni di euro. Le parole dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, vittima di un attentato mafioso nel maggio del 2016, che ha ideato il protocollo antimafia per impedire ai malviventi di appropriarsi dei terreni per i pascoli.