“Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità”. Sono le parole tratte dal messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri che si celebra il 15 dicembre 2020, sul tema “Tendi la mano al povero” (Sir 7,32).
Nei giorni scorsi più di 50 persone sono state decapitate durante tre giorni di violenze nel nord del Mozambico, nella provincia di Cabo Delgado. In Mozambico centinaia di persone sono state uccise e centinaia di migliaia sono state sfollate dalle violenze di matrice jihadista iniziate più di tre anni fa. Molti degli sfollati in fuga dalla violenza raggiungono la provincia confinante di Cavà Memba, una zona molto povera, dove la fame è ordinaria amministrazione e dove opera don Silvano Daldosso, sacerdote fidei donum della diocesi di Verona raggiunto al telefono di Alessandra Giacomucci.
Ci spostiamo a Nizza, dove è ancora fresca la memoria degli ultimi attacchi terroristici nella basilica della città. Il 13 dicembre scorso sono passati cinque anni in Francia dalla strage compiuta dall’Isis a Parigi e Sant-Denis. Furono 131 i morti. Nella sala di concerto Bataclan 90. L’ultima città colpita dalla violenza integralista è Nizza. Abbiamo raggiunto padre Frédérique Sanges, sacerdote della diocesi di Nizza, per chiedergli quale clima si respira in Francia in questo tempo segnato anche dalla pandemia