Prima del Covid-19 i Paesi con una situazione alimentare grave erano 40 e 11 quelli con un livello allarmante. Quasi 700 milioni le persone denutrite. Il virus ha messo in crisi anche il sistema di aiuti. La pandemia rischia concretamente di peggiorare la fame nel mondo, tanto da raddoppiare il numero di persone a rischio di “crisi alimentari acute”. In base ai dati pre-pandemia, sono 11 i Paesi in cui la fame è a un livello allarmante e in altri 40 è grave. Globalmente sono 690 milioni le persone denutrite e le conseguenze socioeconomiche dell’emergenza Covid-19 potrebbero peggiorare la situazione aumentando di 80 milioni il numero dei malnutriti nei soli paesi importatori netti di alimenti. È quanto emerge dall’Indice Globale della Fame (Global Hunger Index, GHI) realizzato da Welthungerhilfe e Concern Worldwide e curato da Cesvi per l’edizione italiana. Si tratta di uno dei principali rapporti internazionali per la misurazione multidimensionale della fame nel mondo. L’obiettivo Fame Zero, previsto per il 2030, rischia di non essere raggiunto. Secondo Cesvi, occorre affrontare la crisi ambientale, il cambiamento climatico e rendere più eque le relazioni commerciali. Focus con Lylen Albani, coordinatrice campagne Cesvi. È il tema della puntata di Buona la prima, condotto da Federica Margaritora, in onda dal lunedì al venerdì alle 18.15. Il programma, che approfondisce le notizie del giorno, apre con i desk dei principali quotidiani nazionali e locali: oggi la prima pagina di Domani, con il direttore, Stefano Feltri, e la prima pagina del mattino di Napoli, con Aldo Balestra, del desk centrale.