Ascolta l’intervista di Chiara Placenti:
Il giudice emerito della Corte costituzionale a InBlu Radio: “Grido di dolore davanti a capacità dello Stato di fronteggiare i problemi”
Roma, 2 ottobre 2020. “Dopo l’annuncio di una nuova proroga dello stato di emergenza mi sono domandato se questa sia una dichiarazione di emergenza o piuttosto una dichiarazione di impotenza o peggio ancora incapacità”. Lo afferma il giudice emerito della Corte costituzionale, Sabino Cassese, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.
“Mi sono anche chiesto – aggiunge Cassese – perché noi in Italia per fare le cose ordinarie dobbiamo sempre ricorrere all’urgenza. Se ci sono degli intoppi nel percorso ordinario basterebbe toglierli. Stiamo convivendo da 10 mesi in una situazione di pericolo per la salute e uno Stato ben ordinato dovrebbe avere strumenti ordinari per fronteggiare questo pericolo”.
“Il mio è un grido di dolore – conclude Cassese ai microfoni di InBlu Radio – sulla capacità dello Stato di fronteggiare i problemi. Non possiamo ricorrere ogni volta all’emergenza per procurare mascherine o i tavoli per le scuole. Dobbiamo avere un’amministrazione statale che davanti a un pericolo già vissuto sia in grado di fronteggiarlo con gli strumenti ordinari. Dietro la dichiarazione di proroga dello stato di emergenza c’è una dichiarazione di debolezza dello Stato”.