Michele Geraci a InBlu Radio: “Polemica su ‘Via della Seta’ strumentale. La Cina dopo firma memorandum deve dare qualcosa in cambio”
intervista di Chiara Placenti:
Roma, 14 maggio 2019. “La scelta di campo sulla ‘Via della seta’ ci mette in difficoltà con gli Stati Uniti ? Assolutamente no. Anzi stiamo cercando di giocare un ruolo di mediazione tra i due, proprio perché abbiamo ottimi rapporti sia con l’Asia e la Cina sia con gli Stati Uniti, come con tutti i nostri partner commerciali in Europa”. Lo ha detto il sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico, Michele Geraci, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.
“L’Italia può giocare, e lo stiamo proprio facendo in queste ore, – ha aggiunto il sottosegretario Geraci – un ruolo di mediazione. Le polemiche che ci sono state sono strumentali e senza grandi contenuti tecnici. Ricordo anche che il Lussemburgo ha firmato lo stesso memorandum ‘Via della seta’ così come anche la Svizzera, e in questi Paesi non abbiamo riscontrato la stessa attenzione che c’è stata in Italia”.
“È vero che l’America – ha proseguito sottosegretario al Mise – ha chiesto di stare attenti e noi lo siamo, perché si tratta di sicurezza nazionale. Ma ha firmato anche il Lussemburgo, che è il Paese natale Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione europea che è sempre stato molto severo nei confronti dell’Italia mentre non lo è stato nei confronti del governo del suo stesso Paese. Quindi tutta la polemica sulla ‘Via della seta’ è in realtà un po’ strumentale. E in effetti quando andiamo nel bilaterale, come abbiamo fatto in giro per il mondo in Germania negli ultimi giorni, negli Stati Uniti le polemiche si smontano, perché le nostre ragioni sono ascoltate. L’obiettivo è in quelle che io chiamo le due ‘p’ della nostra strategia: protezione e promozione del Made in Italy, in tutti i mercati”.
“La Cina – ha concluso Geraci ai microfoni di InBlu Radio – può aver visto in questa firma una vittoria politica e a questo punto deve anche dare qualcosa in cambio. E questo qualcosa in cambio sono le concessioni secondo le diatribe di questi giorni. È un’arma negoziale che l’Occidente può avere in mano, parlo di Europa e Stati Uniti. Invece di attrarre critiche dovrebbe trarre un plauso, perché la Cina deve dimostrare di voler giocare secondo le nostre regole e questo è quello a cui stiamo puntando”.