19.01.2019 Tutti conoscono Pinocchio, ma pochi sanno del suo rilievo nel contesto della letteratura internazionale. Di questo e delle molte interpretazioni che sono state date al libro di Collodi, che per molti anni è rimasto in testa alle classifiche di vendita internazionali, tratta Piero Dorfles nel suo Le Palline di Zucchero della Fata Turchina. L’analisi si sviluppa in profondità, passando dalla pedagogia all’antropologia, alla storia del costume. Pinocchio racconta dell’Italia, povera, del periodo post-risorgimentale, riflette sul senso della fanciullezza, se sia un’età felice a sé stante o un periodo di minorità in attesa del divenire adulti, degli affetti, della fiducia che si può riporre negli altri. Secondo il cardinal Biffi, che ne scrisse diffusamente nel suo Contro Mastro Ciliegia, Pinocchio è per molti aspetti un manifesto del cattolicesimo, una sorta di vangelo laico, mascherato da fiaba per sfuggire alla pesante censura anticattolica che caratterizzava il primo periodo unitario. Resta il fatto che Pinocchio, con il suo apparente atteggiamento edificante, rimane un libro che i grandi apprezzano forse più dei bambini.