Il sindaco di Palermo a InBlu Radio: “Non ho disobbedito o manifestato obiezione coscienza. Decreto è disumano e criminogeno perché viola diritti umani”
intervista di Chiara Placenti:
Roma, 3 gennaio 2019. “Se dovessi essere denunciato solleverò davanti a un giudice la questione di incostituzionalità. Non posso andare direttamente alla Corte Costituzionale perché i sindaci non hanno questo potere. Se sarò denunciato in sede penale solleverò la questione di incostituzionalità perché è evidente che se la norma è incostituzionale io non ho commesso alcun reato semmai avrà sbagliato il Parlamento ad approvarla”. Lo ha detto sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando la sua decisione di sospendere alcune misure del Decreto Sicurezza.
“Questo decreto – ha aggiunto Orlando – presenta aspetti disumani. Ho assunto le mie responsabilità e anziché scaricare su un funzionario la responsabilità ho disposto con un ordine scritto e formale di sospendere questa applicazione. A questo punto l’unico modo che ho da sindaco per poter avere il giudizio della Corte Costituzione è quello di adire un giudice. Andrò davanti a un giudice ordinario, competente in violazione dei diritti umani, e gli chiederò se ho fatto bene o male. In via incidentale se il giudice ritiene che la mia questione non è manifestamente infondata e rilevante rimetterà gli atti alla Corte Costituzionale che a sua volta darà una votazione definitiva. Tutto questo polverone è forse nato dalla cattiva coscienza di un governo che sta alimentando l’odio nei confronti del diverso in contrasto con quelli che sono i principi fondamentali della convivenza civile”.
“Ho soltanto cercato di interpretare il mio ruolo istituzionale – ha spiegato Orlando – non ho posto in essere alcun atto di disobbedienza o di obiezione di coscienza. Su questo provvedimento ritengo che ci siano aspetti dal punto di vista etico disumani e criminogeni perché violano i diritti umani fondamentali. Non posso consentire che sul mio territori ci sia una violazione di questi diritti”.