Da diverso tempo ormai il mondo austero della musica classica ha aperto le porte al rock e ad altre espressioni della musica popolare che si collocano agli antipodi per sonorità, stile, modalità esecutive e di ascolto. L’incontro fra i due universi è avvenuto spesso sul piano della collaborazione fra musicisti e compositori, orchestre sinfoniche e gruppi rock. A Genova, dal 19 ottobre, si apre una mostra all’insegna di un accostamento ardito, ma del tutto giustificato: quello fra il più grande violinista del suo tempo, Niccolò Paganini, e il più innovativo chitarrista rock di sempre, Jimi Hendrix. Partendo dalle molte affinità – talento, divismo, gestualità – la mostra di Palazzo Ducale (aperta fino al 10 marzo 2019) intende raccontare il più illustre musicista genovese attraverso una narrazione multimediale e curiosità varie che includono cimeli hendrixiani prestati direttamente dal museo di Seattle. Della mostra e della originale rilettura di una figura importante della storia parla uno dei curatori, il prof. Raffaele Mellace (docente di Storia della Musica all’Università di Genova), intervistato da Paolo Prato. Era velocissimo – si legge nella presentazione – compiva salti melodici di diverse ottave, eseguiva lunghi passi con accordi che coprivano tutte e quattro le corde, alternava velocemente note eseguite con l’arco e note pizzicate alla mano sinistra, fino a terminare le sue esibizioni con la rottura delle corde del violino. Proprio come una rockstar, proprio come Jimi Hendrix.