Il presidente del Parco dei Nebrodi a InBlu Radio: “Genovese Jr è sconfitta per il Paese”
Roma, 24 novembre 2017. “La vicenda degli impresentabili si è trascinata per mesi. Ci si aspettava che gente condannata non venisse candidata. Il tema è che la politica deve arrivare prima della Magistratura, non dopo. Fino a quando non risolveremo questo problema avremo sempre cittadini che non andranno a votare”. Lo ha detto il presidente del Parco dei Nebrodi e responsabile nazionale Legalità del Partito Democratico, Giuseppe Antoci, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando le elezioni in Sicilia e la vicenda di Luigi Genovese, il deputato 21enne appena eletto all’Assemblea Regionale Siciliana per Forza Italia e indagato assieme al padre Francantonio per riciclaggio ed evasione fiscale, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Messina.
Antoci presidente dal 2013 del Parco dei Nebrodi, la più grande area naturale protetta della Sicilia, dopo aver introdotto il ‘Protocollo di Legalità’ per l’assegnazione degli affitti dei terreni è stato vittima di un attentato mafioso nel maggio 2016 dal quale però grazie alla scorta e l’auto blindata è uscito illeso.
“In Sicilia – ha proseguito Antoci – il 52% delle persone non è andata alle urne probabilmente perchè questa parte politica che si è presentata alle elezioni e che ha vinto non è credibile”.
“Genovese Jr ? Questa è una sconfitta per il Paese – ha commentato Antoci – Sono veramente rimasto indignato nel sentire dire dal presidente Musumeci che ha saputo delle liste dai giornali. Rimango preoccupato quando un candidato presidente di Regione possa dormire sogni tranquilli e sapere dai giornali chi sono i candidati delle liste con il suo nome sopra. Questa cosa mi crea molto imbarazzo. Non sono forcaiollo, prendo atto che c’è un’indagine, i tribunali decideranno se Luigi Genovese ha delle responsabilità. Ma non posso pensare che i miei figli o nipoti debbano fare per forza i consiglieri regionali. Facciamogli fare la loro vita a questi ragazzi tenendoli fuori da certi contesti velenosi”.
“Il tema forte – ha proseguito Antoci – è quello della credibilità. Noi del Pd abbiamo controllato le liste, abbiamo candidato solo le persone che meritavamo di essere candidate e non siamo scivolati in alcuna situazione d’imbarazzo. Le persone sono stanche. I nostri anticorpi sono i giovani. Tanti ragazzi infatti ci chiedono di essere credibili. Pensare che una volta che muore un capo (Totò Riina ndr) si chiude una pagina è un errore madornale. Le mafie sono presenti in tutti i territori. Mi auguro che in Sicilia con il binomio, legalità e sviluppo, si possano creare tanti posti di lavoro per i ragazzi”.