Il vice ministro agli Esteri a InBlu Radio: “Bisogna rinegoziare lo Statuto della Catalogna”
Roma, 07 novembre 2017. Per risolvere la questione catalana “forse ci sarebbe bisogno di una forzatura ma è anche vero che sono i governi degli Stati che hanno firmati i Trattati. Non esiste un’Europa delle Regioni senza gli Stati. In tutti i Paesi europei i cittadini sarebbero contrari a questa anarchia regionale dove ognuno si fa il proprio governo”. Lo ha detto il vice ministro agli Esteri, Mario Giro, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, sottolineando che “una forzatura significherebbe che la Commissione si mettesse contro il Consiglio. È successo in passato ma nelle ultime due Commissioni, in particolare quella di Barroso e Juncker, si è cercato sempre di trovare prima un consenso tra Consiglio e Commissione”.
“Le prossime elezioni di dicembre – ha aggiunto Giro – non promettono grandi cambiamenti nel quadro politico catalano. E la distanza psicologica ed emozionale tra Barcellona e Madrid è grossa. Ada Colau, sindaco di Barcellona, mi sembra l’unica della Catalogna ad aver mantenuto una certa lucidità. Spero che riesca ad abbassare la tensione perché ciascuno prosegue per la sua strada divaricante, senza lo spazio politico del dialogo”.
“E’ necessario tornare – ha proseguito Giro – a rinegoziare lo Statuto della Catalogna. Il premier Rajoy ha ragione quando dice che c’è un quadro costituzionale entro il quale bisogna tenersi. Bisogna anche trovare un modo per ricucire il dialogo. Una Spagna spaccata porta ad altre conseguenze”.
“Bisogna dare sempre risposte politiche – ha concluso Giro – e mai lasciare marcire i processi altrimenti questi, che sono come l’acqua, trovano una loro strada. Bisogna affrontare di petto la questione e avere il coraggio di farlo. La politica è soprattutto confronto tra posizione diversi”.