Questore Camera e magistrato a InBlu Radio: “Può essere approvata al Senato in mezza giornata”.
Roma, 1 novembre 2017. “E’ in dirittura d’arrivo una legge, oggetto di attenzione” contro il terrorismo sul web, “che ora è al Senato, manca solo la calendarizzazione. Auspico che entro la fine di questa legislatura si possa dare uno strumento forte al nostro Paese contro questa nuova forma di terrorismo”. Lo ha detto il deputato, Questore della Camera e magistrato esperto di terrorismo, Stefano Dambruoso, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando l’attentato di ieri a New York.
“Contrastare la radicalizzazione – ha aggiunto Dambruoso – è oggi la parte più importante che deve essere associata al contrasto del terrorismo con strumenti repressivi che però abbiamo già introdotto. Tutto questo si può fare in mezza giornata di lavoro parlamentare al Senato, dipende dalla volontà e dalla priorità politica che quel ramo del Parlamento si darà entro la fine della legislatura”.
Nell’attentato di New York, ha sottolineato Dambruoso, “ci troviamo di fronte ad un soggetto che era negli Stati Uniti dal 2010, addirittura aveva una ‘green card’ quindi possedeva un permesso di soggiorno per rimanere negli Stati Uniti, da verificare se fosse valido o meno. Si è trattato di un soggetto che con assoluta certezza non ha avuto alcun contatto con qualche leader o stratega dell’Isis. Probabilmente non è mai andato né in Siria né in Iraq a fare il foreign fighter ma è uno di quei soggetti che abbiamo imparato a denominare come ‘lupi solitari’ che si alimentano di dottrina aggressiva del Corano via web. Per questo oggi dobbiamo essere molto attenti e contrastare questo tipo di terrorismo guardando prevalentemente non alle moschee ma al web”.
“Sono profondamente convinto che il web – ha concluso Dambruoso – può essere oggetto di maggiore neutralizzazione. Nel 2015 nel nostro ordinamento abbiamo introdotto delle misure molto restrittive con la possibilità anche di oscurare siti che utilizzano le proprie strutture per fare propaganda. Ma questo non basta. Oggi dobbiamo avere la capacità di organizzare una comunicazione, guidata dal governo italiano, che neutralizzi il più possibile quella messaggistica jaidista che raggiunge i giovani figli di arabi presenti sul nostro territorio, che sono cittadini italiani o che a breve lo diventeranno”.