Brescia, rettore: “Atto criminoso. Ladri aiutati da qualcuno del posto”
Don Mattanza a InBlu Radio lancia appello sul furto delle reliquie di Giovanni Paolo II e beato Popieluszko: “Si facciano scrupolo coscienza. Conoscevano bene il percorso da fare nel santuario”
Roma, 25 ottobre 2017. “Lanciamo un appello a chi ha commesso questo atto criminoso che ha ferito nel profondo la comunità cristiana di Tignale. Sono oggetti che hanno un valore spirituale ed affettivo e non sono facilmente commerciabili. È tutto materiale inventariato e fotografato”. Lo ha detto il rettore del Santuario di Montecastello a Tignale (provincia di Brescia), don Giuseppe Mattanza, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando il furto delle reliquie di San Giovanni Paolo II e del beato Jerzy Popieluszko.
“Chi ha rubato questi oggetti – ha aggiunto il rettore – si faccia uno scrupolo di coscienza e li restituisca, magari anche in forma anonima, facendoli ritrovare. Le due reliquie, per noi sono molto importanti”.
Dalle prime indagini, ha riferito il rettore, “sembra quasi certo che per poter compiere un furto con questa modalità doveva esserci qualcuno del posto che ha contribuito a far entrare nel santuario e far conoscere il percorso. Chi ha rubato gli oggetti già conosceva il santuario”.
“La mattina del 17 ottobre, all’apertura del Santuario, – ha ricostruito il rettore – ci siamo accorti che una delle porte laterali del santuario era aperta dall’interno. Ogni sera la custode, alle 18.30, chiude il santuario e diventa difficile poter entrare. È quasi impossibile aprire queste porte, se non dall’interno. Probabilmente qualcuno verso la sera del giorno precedente si era nascosto dentro il santuario, e dopo la chiusura ha potuto aprire le porte. I carabinieri hanno individuato che si trattava di più di una persona. Sono stati portati via alcuni oggetti non di grande valore artistico, quanto soprattutto di un grande valore spirituale e affettivo per la comunità di Tignale. Sono state sfondate le porte delle sacrestie e da una di queste sono stati asportati sei calici, due pissidi, alcuni piattini per la comunione, le ampolline, e soprattutto la cosa che lì avevamo di più importante: la reliquia del beato Popieluszko. Poi i ladri sono penetrati nella Casa santa (il luogo più interno del santuario), dov’era custodita la reliquia di San Giovanni Paolo II che consisteva in un po’ di sangue, custodita in una piccola teca, che noi avevamo ricevuto in dono dal cardinal di Cracovia Stanislaw Dziwisz, quando nel 2014 la parrocchia fece un pellegrinaggio in Polonia”.