Presidente Commissione parlamentare Antimafia a InBlu Radio: “Isola è territorio espansione per mafie italiane. Il sacrificio di una vita può anche essere d’aiuto al confronto”
Roma, 24 ottobre 2017. “I due ordinamenti (italiano e maltese) sono molto distanti. L’Europa deve aiutarci perché non può permettere che sul proprio territorio ci siano differenze di ordinamento su questioni cruciali che ancora persistono non solo a Malta ma anche in altri Paesi”. Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, in questi giorni a Malta per una serie di incontri istituzionali e per ricordare la giornalista Daphne Caruana Galizia uccisa nell’esplosione della sua auto.
“Se perseguiamo le mafie – ha aggiunto la Bindi – con leggi molto rigorose, come ad esempio sul riciclaggio, non è possibile che in altri territori dell’Europa questo non avvenga. Se la ‘Ndrangheta o la Mafia possono andare a chiedere sedi legali a Malta a distanza di qualche decina di chilometro dal nostro Paese è evidente che tutto il nostro lavoro viene neutralizzato”.
“Questa bella isola – ha proseguito la Bindi – non è di chi mette l’esplosivo e toglie la vita ma delle persone perbene che devono reagire e riprendersi la propria libertà. Siamo qui anche per questo. La storia italiana ci insegna che gli attentati possono essere anche una grande occasione per reagire. È successo così in Italia e potrebbe accadere anche a Malta. Abbiamo programmato questa visita perché sappiamo che Malta è un territorio di espansione per le mafie italiane. Perché qui ci sono società offshore, si possono avere sedi legali delle società del gioco che rappresenta una parte rilevante del Pil di Malta e la droga qui costa pochissimo. Nell’incontro con le istituzioni ci auguriamo di trovare un modo per aiutarci reciprocamente. Perché è evidente che la nostra esperienza può servire a Malta. Se riescono a mettere dei filtri l’isola diventerebbe zona meno franca per i nostri mafiosi”.
“Purtroppo il sacrificio di una vita – ha concluso la Bindi – può anche essere di aiuto al dialogo e al confronto perché le coscienze sono molto scosse”.