Dopo il caso dell’Outlet di Serravalle resta acceso il dibattito sulle aperture festive dei negozi. In evidenza anche le parole del 5 Stelle Luigi Di Maio vicepresidente della Camera, che ha richiamato al rispetto della persona e della famiglia. “La politica” ha detto Di Maio questa mattina al Buongiorno inBlu, porta con sé e deve portare con sé molti concetti cristiani cattolici come quello della testimonianza, questo è il momento dei fatti, delle opere non delle parole”. Di Maio ha inoltre voluto sottolineare che “anche sul reddito di cittadinanza c’è grande sintonia con la Chiesa, molto attenta alle problematiche della parte più debole della società”.
intervista di Chiara Placenti
Roma, 19 aprile 2017 – “Le liberalizzazioni di Monti del 2012 sulle aperture dei negozi pensavano che fossero il volano dell’economia ma i dati ci dicono che l’anno dopo questa legge si sono persi 100 mila posti di lavoro nel mondo del commercio”. Lo ha detto il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, della Conferenza episcopale italiana.
“Con le liberalizzazioni – ha sottolineato Di Maio – si è ottenuto che il negoziante e i suoi dipendenti passassero 7 giorni su 7 nell’esercizio commerciale, sacrificando ulteriormente la famiglia, senza nuovi introiti ma con più costi su energia e dipendenti. Gli introiti si sono spalmati solo su 7 giorni”.
“Alla fine il risultato – ha aggiunto Di Maio – è un ulteriore impoverimento della persona sia nelle relazioni sociali sia nel tempo libero e con la famiglia. Questi discorsi non vanno più di moda perché si vive solo per lavorare. Ma se non riusciamo a garantire al lavoratore anche dei momenti in cui possa andare via dal lavoro e restare con i propri affetti avremmo una società sempre più infelice e senza miglioramenti economici”.
“La mia idea, che riprendeva anche la proposta della Conferenza episcopale italiana, – ha concluso Di Maio – con la legge che abbiamo approvato alla Camera nel 2014 e che dovrebbe essere approvato al Senato il prima possibile, sottolinea la possibilità di ritornare indietro. Cioè si ridà la possibilità a Regioni, Comuni ed esercenti di poter decidere in quali festività chiudere e in quali domeniche stare aperti senza avere più la concorrenza sfrenata di commercianti aperti anche la sera tardi e non mettendo in concorrenza i negozi di quartiere con i centri commerciali. Con le liberalizzazioni si è innescato un meccanismo per cui i commercianti passano la loro vita nel loro esercizio economico senza giovamenti”.