La Libia di oggi non può partecipare alla soluzione alla crisi dei migranti. Ad affermarlo Medici Senza Frontiere che oggi a Roma ha tenuto un incontro con la stampa sulla situazione nel paese nord africano. Il servizio Eugenio Bonanata:
Vari gruppi di miliziani controllano le prigioni libiche. Migliaia i detenuti: non solo migranti, ma anche gente comune. Tutti costretti a subire abusi e violenze di ogni tipo, da cui si può scappare in un solo modo: basta pagare le milizie per trovarsi a bordo di un barcone. Un vero e proprio business emerso a margine delle attività umanitarie svolte da Medici Senza Frontiere presso alcuni centri di detenzione in Libia. Marco Bertotto, del braccio italiano dell’ONG:
“Oggi è illusorio pensare di affrontare questo tema semplicemente facendo degli accordi. Soprattutto se questi accordi non mettono al centro il tema delle condizioni di trattenimento delle persone, ma affrontano solo ed esclusivamente il tema del contenimento dei flussi”.
Proprio in questi giorni l’Italia ha firmato un accordo con alcune tribù del sud per incrementare i controlli alle frontiere meridionali del Paese. L’obiettivo è bloccare i migranti che puntano a raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo.