Roma, 27 dicembre 2016 – “Abbiamo la speranza che padre Tom possa essere liberato, così come è successo per altri sacerdoti rapiti in Medio Oriente. Speriamo che non lo uccidano. Ho la speranza che lui possa tornare, il problema è che non sappiamo chi è il nostro interlocutore. Il governo infatti non sa con chi deve trattare”. Lo ha detto don Maria Arokiam Kanaga superiore salesiano per la regione Asia Sud, in un’intervista a Tv2000 e inBlu Radio, commentando il video di don Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano indiano sequestrato ai primi di marzo nel sud dello Yemen nell’attacco alla struttura di accoglienza durante il quale sono state uccise quattro suore della congregazione di Madre Teresa di Calcutta.
“Dal video – ha spiegato il salesiano – è molto probabile che sia lui nonostante il volto dimagrito e la folta barba. Lo conosco benissimo, abbiamo lavorato diversi anni insieme. Il video mi ha fatto piacere e dolore nello stesso momento. E’ stato un piacere vederlo ancora vivo, avevo molti dubbi al riguardo. Ma sono anche rattristato perché nel video si vede che è molto isolato, non sembra che sia conscio di tutti gli sforzi che stiamo facendo per la sua liberazione. Conoscendo il suo carattere non accuserà mai la Chiesa e la sua congregazione d’immobilismo. Anche i vescovi indiani stanno facendo tanto. La Conferenza episcopale indiana si è messa in contatto anche con il governo del Kerala e il ministero degli Esteri”.
“Probabilmente il gruppo estremista che ha rapito padre Tom – ha aggiunto il salesiano – è in cerca di soldi e pubblicità internazionale. Non escludo che il rapimento sia stato fatto per motivi religiosi. Potrebbero esserci due motivi: per dare una lezione ai cristiani che nonostante tutti i problemi lavorano per fare del bene ai poveri o semplicemente per soldi. Non voglio dire che tutti i musulmani sono contro i cristiani ma nello Yemen c’è un sentimento di non accettazione verso le altre religioni”.
“Padre Tom – ha aggiunto ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, il vicario apostolico dell’Arabia meridionale, mons. Paul Hinder – è stato rapito per fare pressione sulle autorità indiane, sul Papa, su di me. Siamo felici che lui sia vivo ma è strano che abbiano uccisi tutti gli altri. Non sappiamo le ragioni del suo rapimento. E’ chiaro che si tratta di un gruppo radicale”.