Nel lontano 1891 lo zufolatore John Atlee otteneva il primo di una lunga serie di successi con una melodia per fischio e pianoforte (dove, ad accompagnarlo c’era Fred Gaisberg, futuro produttore di Caruso), diventando in pochi anni un fenomeno della discografia degli esordi. A oltre un secolo di distanza, Elena Somarè ripropone l’antica arte del fischio melodico in una chiave che supera la pura dimensione del ‘fenomeno’ virtuosistico per aprire nuove dimensioni sonore, con l’ausilio di arpa, clavicembalo, violoncello, violino e percussioni. Nel suo Incanto, prodotto dall’arpista paraguaiano Lincoln Almada si passa da classici della canzone napoletana (Scetate, Tu si ‘na cosa grande) a villanelle e tarantelle, da Monteverdi a Rossini, da Lucio Dalla alla pizzica del ‘600 (Antidotum tarantulae, di Athanasius Kircher). Nell’intervista in studio con Paolo Prato, l’artista napoletana racconta la sua originale vocazione, scoperta da bambina, sullo sfondo di una piccola storia della “musica fischiata” che ripropone evergreen resi famosi dal cinema (Biancaneve, La marcia del Colonel Bogey, Per qualche dollaro in più, Voglio fischiettare) e dalla televisione (la sigla di ‘In mezzora’, popolarizzata da Kill Bill, che a sua volta Tarantino riprese da Bernard Hermann in Nervi a pezzi, del 1956), oltre a hit del rock (Wind of Change), della house music (The Whistle Song) e del pop più recente (Lazy Song, di Bruno Mars).