Fra i grandi miti ereditati dall’antichità, quello di Orfeo è tra i più inossidabili. Lo hanno esplorato scrittori, poeti, musicisti, cineasti e drammaturghi di tutte le epoche. Il Teatro della Tosse e il Balletto Civile ne propongono una lettura ritagliata su misura per uno spazio insolito e smisurato: il primo piano del padiglione Jean Nouvel, 11.000 metri quadrati di vuoto assoluto al centro della Fiera del Mare di Genova. Emanuele Conte (regista e co-autore) e Michela Lucenti (regista, coreografa, attrice, danzatrice e cantante) raccontano lo spettacolo e riflettono sull’attualità della figura di Orfeo, che discende agli inferi per riprendersi la ’sua’ Euridice ma cede alla tentazione di voltarsi e così la perde per sempre. Il rave altro non è che la moderna forma degli antichi baccanali, dove musica ad altissimo volume, luci psichedeliche e maschere grottesche danno vita a un racconto senza tempo in cui Orfeo – di fronte al suo dolore – sceglie di svincolarsi da se stesso. E’ questo, nelle parole di Michela Lucenti intervistata da Paolo Prato per A TEMPO DI MUSICA (sabato 14 maggio alle ore 21) – uno dei messaggi che Orfeo Rave lascia: non lasciarsi intrappolare dal passato – per quanto romantico e suadente appaia – ma guardare al futuro. Fra elettronica, rap, mariachi, techno, tango e chitarra elettrica, la musica avvolge lo spettatore in un’esperienza wagneriana dove il buio e l’enormità dello spazio fanno il resto, ingoiando il pubblico che segue attori e ballerini secondo le modalità dello spettacolo itinerante. La radio prova a restituire la magica sensazione di ritrovarsi all’interno di un hangar con piani inclinati, ponteggi, bracieri sospesi, lettini da obitorio in cui gli spettatori interagiscono con la break, il balletto contemporaneo e quello classico.