Sette mesi sono troppi, me ne assumo la responsabilità, eppure solo oggi mandiamo in onda questo che è uno dei grandi “classici” della musica folk e rock americana: The Sound of Silence di Paul Simon e Arthur Garfunkel. Nella prima puntata eravamo partiti dal 1962, quando Dylan ci chiedeva di cercare nel vento perchè lì è racchiusa la risposta. Qualche anno dopo ecco che arriva un’altra indicazione, sempre nella stessa direzione: è nel silenzio e nei suoi “sussurri” che c’è un suono in qualche modo “profetico”. L’eco della teofania di Elia (1 Re, 19) è forte in questa melodia immortale come lo era nella canzone dylaniana. E’ il tema del silenzio di Dio, lo stesso che troviao nella bella ballata rock di John Mellecamp, Sometimes there’s God: a volte Dio c’è, a volte no.
Hungry hearts, a cura di Andrea Monda scrittore e insegnante di religione, mutuando il suo titolo dal famosissimo brano di Bruce Springsteen che indaga non a caso sui “Cuori affamati”, racconta la dimensione spirituale della musica rock e non solo.