Roma, 08 aprile 2016 – “Alla morte di Giulio Regeni si è aggiunta un’altra tragedia: i due mesi e mezzo di menzogne egiziane. Non possiamo usare eufemismi all’insulto all’intelligenza. Partiamo con un ritardo increscioso che temo possa condizionare l’esito finale”. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare dei diritti umani, Luigi Manconi, in un’intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane sottolineando che “al momento non abbiamo alcuna garanzia sulla buona fede” dell’Egitto.
“Non si può ipotizzare un esito adesso – ha aggiunto Manconi – ed è inevitabile che prevalga lo scettiscismo perché il materiale ingente portato dall’Egitto richiederà un’opera di traduzione di una sorta di dialetto egizio-arabo che esige molto tempo. Questa traduzione andrebbe poi verificata con gli inquirenti egiziani. Il lavoro di cooperazione che già parte con due mesi di ritardo rischia dunque di richiedere tempi ancora più lunghi”.
“Capisco la massima riservatezza della politica estera italiana – ha concluso Manconi – ma prima o poi dovranno essere resi noti i provvedimenti. Tra questi il richiamo e non il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto che significa una temporanea interruzione dell’attività. Questa è una condizione elementare per far intendere all’Egitto che facciamo sul serio. In diplomazia il richiamo dell’ambasciatore non è un richiamo di guerra ma una forma aspra di dialogo. Questo registro superiore di dialogo diplomatico deve essere subito attuato”.
intervista di Chiara Placenti da Piazza inBlu: