Roma, 25 gennaio 2016 – “Nasco a Milano, porta Cicca, Colonne di San Lorenzo, vivo in America dal molti anni, ma non ho perso il mio accento milanese. Sin da ragazzino frequentavo l’oratorio di San Lorenzo, alle Colonne, con un mio amico di infanzia, con cui sono legato da un cordone ombelicale, un fratello, che ancora oggi è il numero uno, Adriano Celentano”. Così Tony Renis si è raccontato a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, in un’intervista al ‘Pomeriggio in Blu’ condotto da Gianni De Berardinis e Raffaella Frullone. Produttore di Andrea Bocelli, frequenta da sempre il gotha della discografia internazionale, amico dei più grandi artisti da Frank Sinatra a Celine Dion, scrive per Mina “Grande grande grande” e da qui inizia la sua attività di autore e produttore (Julio Iglesias, Nikka Costa, Diana Ross, Lionel Richie).
Renis conosce Celentano “dall’età di 6 anni: stesso oratorio, stessa squadra di calcio, io ero il capitano lui giocava nella squadra, stesso ritmo, poi ci siamo persi di vista, l’ho ritrovato all’età di 18 anni. Era una mattina, sai noi eravamo famiglie povere, io andavo a prendere la candeggina per la mia mamma e lo rivedo, abitavo in Cesare Correnti al 20 e lui stava all’11. Io vedo Adriano e mi viene un’idea geniale, gli dico: Adriano perché non vieni a lavorare con me ? Io allora facevo l’avanspettacolo, sono un bambino prodigio. Nelle aie sfollate in tempo di guerra mi accompagnavo con due cucchiai e cantavo, procuravo così un po’ di frutta e verdura per la famiglia. Adriano, gli dico, perché non ci mettiamo insieme e vieni a lavorare con me? Perché non facciamo l’imitazione di Dean Martin e Lerry Lewis ? Adriano somigliava moltissimo a Jerry Lewis, lui ascolta e mi dice dobbiamo parlare con Alessandro, che era il fratello, il capofamiglia. Da lì è nato il nostro duetto: Tony Renis e Adriano Celentano, ci chiamavano ‘gli allegri menestrelli del ritmo’”.
Nella lunga intervista Tony Renis ha rivelato inoltre un episodio divertente con Michael Bublé: “E’ diventato il mio cantante preferito, perché ha una voce pazzesca. Io lo ho incontrato tanti anni fa quando lui era ancora sconosciuto. Lavoravo con David Foster nel suo studio di Malibù, un giorno arriva questo ragazzo e David gli chiede: ‘Hey Michael, conosci Tony Renis, leggenda della musica italiana? E’ lui che ha scritto Quando quando quando’. E’ stato allora che Bublè si è girato sorpreso e mi ha raccontato una storia: ‘Mio nonno è italiano, è di Treviso, lui è il mio mentore, l’uomo più importante della mia vita, quello che ha creduto in me, ma un giorno mi ha detto Micheal fino a quando tu non canterai Quando Quando Quando non sarai nessuno. Mi fai un autografo per il nonno?’. Io glielo ho fatto poi lui mi ha detto di aver promesso al nonno, che se fosse diventato famoso avrebbe cantato in suo onore un tributo, appunto Quando quando quando. E l’ha fatto con un duetto straordinario con Nelli Furtado, la versione più straordinaria del brano”.