Ancora due canzoni-preghiera ma diverse tra loro: This world can’t stand long è un “classico” country di Roy Acuff e suona come un monito, un “estote parati” in cui l’autore come un profeta veterotestamentario esorta gli uomini alla conversione prima che un nuovo diluvio distrugga il mondo: Diamo tutti il nostro cuore a Dio/ e facciamoci guidare per mano/ se solo confidiamo in Lui/ ci guiderà al di là del deserto. Anche la seconda canzone, degli anni ’70 degli Ocean, invita già dal titolo a “mettere la mano nella mano” di Gesù, il “Galileo”, ma il tono suona più come una confessione, un confidare la speranza ottenuta nell’affidamento fiducioso.
Hungry hearts, a cura di Andrea Monda scrittore e insegnante di religione, mutuando il suo titolo dal famosissimo brano di Bruce Springsteen che indaga non a caso sui “Cuori affamati”, racconta la dimensione spirituale della musica rock e non solo.
La puntata del 2 gennaio: