“Ho dei punti di contatto con il protagonista del libro, spaesato nel tempo e nello spazio”. Michele Serra ha presentato la sua ultima pubblicazione, “Ognuno potrebbe” (Feltrinelli), a “virgolette” definendo il protagonista “un antropologo spigoloso, persino più scorbutico di me nei confronti della tecnologia”. Il testo ha offerto spunti satirici sulla tendenza al complottismo: “Un giovane mi ha detto di avere l’influenza perchè il Governo spargerebbe epidemie nell’aria per non pagare le pensioni”, ha svelato Serra a Piero Dorfles. L’attenzione si è spostata poi sulla tecnologia: “Esiste la sindrome da sguardo basso, dovuta all’uso eccessivo del telefono: è vera, le assicurazioni la studiano per sfruttarla. Molti mi dicono che sono reazionario e anti-tecnologico ma passo le giornate davanti al computer per lavoro, ovunque e in qualsiasi momento. Sono filo-tecnologico”, ha detto Serra, concludendo con una riflessione sulla difficoltà di capire la società attuale: “Mi sembra che in questo momento sia difficile vedere dietro l’angolo, dietro il decennio”. Nella seconda parte della puntata, Elvio Fassone, ex magistrato e senatore, ha raccontato il suo “Fine pena: ora” (Sellerio), un libro che raccoglie la corrispondenza durata 26 anni tra un ergastolano e il suo giudice, una storia vera, che ha coinvolto l’autore profondamente.