“Respingere in mare gli immigrati è un atto di guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco durante l’incontro con i ragazzi del Movimento Eucaristico Giovanile. All’ indomani del naufragio al largo della Libia, costata la vita a 25 persone, proseguono gli sbarchi in Italia. Sono arrivati a Messina i 340 migranti soccorsi ieri nel Canale di Sicilia, mentre ad Augusta sono diretti altri 94 stranieri. A Palermo intanto, sono rimasti una decina tra i 373 superstiti del naufragio al largo della Libia, costato la vita a 25 persone, tra le quali tre fratellini. Sono i parenti delle vittime, ancora sotto choc, affiancati da specialisti e psicologi. Per evitare nuove tragedie l’Oxfam, una delle più importanti confederazioni internazionali nel mondo specializzata nell’ aiuto umanitario e impegnata anche nell’ accoglienza dei richiedenti asilo in Italia, lancia un appello:
“Non è possibile che l’Unione europea – ha detto la direttrice Oxfam, Elisa Bacciotti – non riesca ad individuare nuovi e più ampi canali d’immigrazione legale. E’ perdente, ed è il segno di un’Europa piccola piccola, il segnale che a un migrante che non venga riconosciuto lo status di rifugiato sia di default illegale. L’Unione europea deve affrontare il fenomeno migratorio in un altro modo”.
Intervista di Alessandra Zaffiro