Roma, 22 luglio 2015 – “E’ gravissimo che dei magistrati non eletti da nessuno intervengano su queste tematiche, in assenza di un quadro normativo europeo omogeneo”. Lo ha detto il professore Francesco D’Agostino, docente di Filosofia del Diritto all’Università di Tor Vergata, ai microfoni di inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, commentando la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha condannato l’Italia per la violazione dei diritti delle coppie gay, chiedendo l’introduzione del riconoscimento legale delle unioni omosessuali.
“Non c’è dubbio – ha aggiunto D’Agostino – che l’indirizzo prevalente dei Paesi secolarizzati occidentali sia quello di dare ampio riconoscimento alle coppie omosessuali però non spetta a dei magistrati forzare il discorso su queste linee, qui la sovranità dei popoli mediata dalla rappresentanza dei parlamenti è assolutamente intangibile”.
Per il professor D’Agostino è “altrettanto grave che si pensi che la quantità faccia qualità cioè che il fatto che il maggior numero dei paesi europei e occidentali secolarizzati sia su questa linea abbia un valore intrinseco proprio perché quantitativamente maggioritario. Noi in questo modo disprezziamo, senza nemmeno rendercene conto, tradizioni non secolarizzate e non occidentali, come la tradizione islamica, induista o cinese, che sono lontanissime ad aprirsi a questi riconoscimenti”.
“E’ un modo indiretto, subdolo e anche sgradevole – ha concluso D’Agostino – di sostenere un primato etnico dell’occidente secolarizzato”.